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Realtà Parrocchiali > Casaletto

Celebrata dal vescovo Dante
la festa di Sant'Ignazio martire:
«Essere discepolo di Cristo
è un impegno per tutta la vita»
Accolte le reliquie di Wojtyla


Vita cristiana come un cammino di conversione al Signore che dura tutta la vita e comunione ecclesiale come un dono del Signore da invocare nella preghiera. Questi i punti salienti dell'omelia che mons. Lafranconi ha pronunicato, giovedì 17 ottobre, a Casaletto di Viadana durante la messa della festa patronale di S. Ignazio che quest'anno è coincisa con l'accoglienza della reliquia «ex sanguinis» di Giovanni Paolo II. Durante la solenne Eucaristia, animata dalla corale interparrocchiale diretta da Luana Saviola e accompagnata all'organo da Felice Santelli, i catechisti dell'unità pastorale che oltre a Casaletto comprende le comunità di Salina, Bellaguarda e Buzzoletto, hanno ricevuto il mandato dallo stesso vescovo Dante. Sull'altare, accanto al presule, il parroco moderatore don Davide Barili e quello in solido, don Paolo Tonghini. Diverse le autorità presenti: il vicesindaco di Viadana Dario Anzola, l'assessore al volontariato e nuove povertà Carmine Tipaldi, il maresciallo dei Carabinieri Boroni, il comandante della polizia municipale Doriana Rossi e la presidente della Consulta del volontariato Marilena Flisi. Gremitissima la chiesa parrocchiale: oltre ai fedeli dell'unità pastorale, anche tante persone del circondario: tutti, alla fine, hanno potuto baciare la reliquia e portare a casa un'immaginetta di Papa Wojtyla che il prossimo 27 aprile 2014 sarà canonizzato insieme a Giovanni XXIII.

Festa solenne a Casaletto Po nella giornata di giovedì 17 ottobre: oltre a festeggiare il patrono Sant'Ignazio con il vescovo Lafranconi, i fedeli della frazione viadanese hanno avuto la gioia di accogliere le reliquie «ex sanguine» del beato Giovanni Paolo che sarà canonizzato il 27 aprile 2014 insieme a Giovanni XXIII.

La preziosa teca è giunta nel tardo pomeriggio, portata direttamente da Roma dal parroco in solido don Paolo Tonghini. Alle 18 il moderatore don Davide Barili ha presieduto la recita del Vespro.

Alle 20.30 è giunto il vescovo Lafranconi per presiedere la solenne Eucaristia nella festa patronale. Chiesa gremitissima non solo dei fedeli dell'unità pastorale che comprende anche Salina, Buzzoletto e Bellaguarda, ma anche di tutte le parrocchie del Viadanese. Presenti le autorità cittadine con il  vicesindaco di Viadana Dario Anzola, l'assessore al volontariato e nuove povertà Carmine Tipaldi, il maresciallo dei Carabinieri Boroni, il comandante della polizia municipale Doriana Rossi e la presidente della Consulta del volontariato Marilena Flisi.

La liturgia, servita da un numeroso stuolo di ministranti, è stata allietata dai canti del coro interparrocchiale diretto da Luana Saviola e accompagnata all'organo da Felice Santelli.

I sentimenti di gioia e di riconoscenza dei fedeli di Casaletto sono stati espressi all'inizio della Messa da Fabio Salami: «I nostri sacerdoti - ha spiegato - hanno ritenuto che questa fosse l'occasione migliore per affidare il mandato ai catechisti della nostra unità pastorale, chiamati ad un compito tanto delicato e prezioso». E ha proseguito: «Abbiamo iniziato dallo scorso anno il Cammino catecumenale che ha modificato profondamente quello che era il metodo tradizionale di fare catechismo, portando anche i genitori a camminare insieme ai propri figli nel loro percorso di arricchimento spirituale». Poi un accenno all'oratorio, riscoperto come «luogo di ritrovo di tutta la comunità, grazie al lavoro e al tempo prezioso dedicato da tanti genitori e parrocchiani che l'hanno reso un ambiente accogliente e familiare».

Nell'omelia mons. Lafranconi si è soprattutto soffermato sulla figura e il pensiero di Sant'Ignazio di Antiochia. Dagli scritti di questo intrepido vescovo, martirizzato a Roma, il presule ha tratto due insegnamenti: il fatto che l'esperienza cristiana è un cammino che dura tutta la vita e l'importanza della comunione ecclesiale. «Ignazio - ha precisato il vescovo Dante - era convinto che solo la morte per Cristo lo avrebbe reso definitivamente discepolo. Egli sapeva che la formazione cristiana dura tutta l'esistenza: dal Battesimo in poi è un cammino in salita». Mons. Lafranconi ha elencato le realtà che aiutano ad edificare Cristo nel cuore: la preghiera quotidiana, la catechesi, la celebrazione dei sacramenti, la vita fraterna. «Ci sono anche momenti di dubbio o di infedeltà: non consideriamoli ostacoli, ma occasioni stupende per sperimentare ancora di più la misericordia di Dio».

Quindi l'invito alla comunione  - così spesso invocato da Ignazio nelle sue lettere -. Per il presule essa si concretizza in una progettazione pastorale condivisa, ma anche nella capacità di perdono, nel rifiuto del giudizio e della mormorazione, nell'aiuto fraterno. «L'amore vicendevole - ha chiarito - è anche un grande strumento di evangelizzazione».

Infine un pensiero ai catechisti che subito dopo hanno ricevuto il mandato: «Il Papa nel recente convegno mondiale che si è svolto a Roma ha detto che il catechista è colui che "custodisce e alimenta la memoria di Dio". Anzitutto custodisce in se stesso - perchè non si può dare quello che non si ha - e poi lo trasmette agli altri». Non poteva mancare un accenno al cammino catecumenale che non si accontenta di preparare ai sacramenti, ma che mira ad aiutare i ragazzi - e con loro i genitori - a vivere da cristiani ogni giorno.

Terminata l'omelia il presule ha conferito il mandato ai catechisti dell'unità pastorale, li ha benedetti e a ciascuno ha consegnato - regalo delle parrocchie - una copia dell'enciclica di Francesco "Lumen Fidei".

Al termine della Messa, dopo i ringraziamenti di don Davide Barili e la benedizione episcopale, don Paolo Tonghini si è posto al centro del presbiterio per permettere ai fedeli di baciare e venerare la sacra reliquia.

Infine in oratorio si è tenuto un piccolo momento di festa.

(Fonte: testi da www.diocesidicremona.it e fotografie da www.lavitacattolica.cremona.it)

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